Arianna Di Stefano / Kontra Moenia

11-16 / 20-28 novembre: UNA RISSA – Ovvero come ci sono finita io qui

UNA RISSA – Ovvero come ci sono finita io qui
per un’attrice e una folla di passanti (due assenti)

in collaborazione con insegnamento di Storia della regia del dipartimento Saras della Sapienza – Università di Roma

Il progetto è nato a partire dal laboratorio di drammaturgia “Fame di realtà” tenuto da Luciano Colavero. Grazie a Triangolo Scaleno Teatro diretto da Roberta Nicolai, il progetto è stato selezionato per una prima fase di residenza presso C.ENTRO il Cantiere di studi teatrali pratico-teorici di Tuscania che ha portato alla presentazione di un primo studio di 15 minuti all’interno del Festival Teatri di Vetro – Roma, Teatro India (dicembre 2021).

“Vi scrivo col cuore a pezzi e con la profonda speranza che possiate unirvi a me nel proteggere il mio bellissimo popolo, specialmente i cineasti, dai Talebani.” 

Con queste parole la regista afgana Sahraa Karimi nell’agosto del 2021 inizia la sua accorata lettera aperta rivolta alla comunità cinematografica internazionale. Contemporaneamente un video di lei che si riprende con il cellulare mentre corre per le strade di Kabul nel disperato tentativo di mettersi in salvo, ha fatto il giro del mondo: l’arte deve essere libera. 

Con questo spettacolo vogliamo materializzare una sensazione, renderla tangibile, concreta. Mentre corre Sahraa Karimi è terrorizzata e disorientata. Partendo da questo impulso di realtà ci interessa indagare: come è fatta la paura? Che forma ha, di che colore è, che odore ha? E lo smarrimento? Che suono produce? Se lo tocchi che consistenza ha? Qual è il suo aspetto? E se lo lecchi? Che sapore ha?

Una rissa è un conflitto irrazionale che non ha solo la forma dei pugni e dei calci ma anche di una baraonda emotiva. Le parole da nitide si confondono in brusio: ogni vocalità, ogni rumore ha un cuore. Una pluralità di figure si buttano contro un’attrice sola in scena, che si sente persa e disorientata in questa costellazione di oggetti che man mano prendono vita. La rissa è nell’aria che respiriamo: tutti, ovunque. Muove le labbra, colpisce forte senza regole, senza arbitri. Volano parole, cadono oggetti, si sentono urla disumane, vetri rotti. Una danza coreografata male, una moltitudine di luoghi e di persone in un percorso urbano sporcato dal caso. 

Qualcosa li lega, un allarme: una bambina si è persa. Rischia di non essere riconosciuta. La bambina è il messaggero che assiste alla tragedia e ne restituisce gli eventi. La sua percezione della realtà è veicolata da una prospettiva diversa dalla nostra: guarda e ascolta suoni e immagini che la sovrastano. L’occhio di una telecamera è il mezzo attraverso il quale viene rappresentata la realtà filtrata dal suo punto di vista. Tecnicamente, le video proiezioni alternano immagini in presa diretta a testimonianze della realtà a tratti distopiche e a tratti iperrealiste. Lo spettacolo si rivela un’indagine su cosa significa essere artisti in un paese libero: a quali regole invisibili ci assoggettiamo? Siamo saturi di riflessioni sull’arte, sempre e da sempre ma è proprio per questo che crediamo possa avere valore una cronaca dell’attualità, anzi di più, dell’oggi, anzi di più, dell’ultima ora, anzi di più, del momento stesso in cui queste parole vengono battute sulla tastiera di questo computer, ora. L’immagine di partenza, la regista che scappa per salvare la sua arte, porta con sé una questione: La mia arte è libera come lo sono io?

 

Periodi di residenza
11 – 16 e 20 – 28 novembre 2022
Teatro Comunale La Fenice – Arsoli
SETTIMO CIELO

Workshop all’interno di “Piccoli SpettAttori” e “SpettAttori”
25 novembre 2022
Teatro Comunale La Fenice – Arsoli

Prova aperta
28 novembre 2022
Teatro Comunale La Fenice – Arsoli